Il tempo oltre la scuola



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Progetto “Il tempo oltre la scuola” > Poesie

Racconti fantastici degli alunni

Giufà nel giardino multietnico


In una luminosa e ventosa mattina d’estate la mamma entra nella stanza e cerca di svegliare Giufà che non ne vuole sapere di alzarsi.
La mamma apre la finestra e all’improvviso entra un volantino che vola proprio in faccia a Giufà.
Il bimbo sta sognando di essere in un bosco e di lottare con un pipistrello. All’impatto con il volantino si spaventa, urla, fa un salto giù dal letto e finalmente si sveglia.
La mamma si volta e vede Giufà a terra con il volantino e gli chiede: - Cos’hai in faccia? -
Giufà risponde: - Un pi...un pipi...un pipi...un pipistrello!!!-
- Ma che sciocco che sei! E’ solo un volantino! -
Giufà lo guarda, lo gira, lo rigira ma non capisce: vede il disegno di un giardino ma, visto che non sa leggere, non sa dove si trova, ma vorrebbe visitarlo.
Chiede alla mamma, ma nemmeno lei sa leggere e anzi arrabbiata dice a Giufà: - Visto, te l’avevo detto, razza di un cammello, brutto asino che non sei altro, se non ti svegli mai per andare a scuola non imparerai mai a leggere!-
In quel momento suona il campanello: Gianni, il vicino di casa, legge il volantino e invita Giufà a visitarlo. I due amici, insieme, si avviano verso il giardino multietnico.

Angolo musica
Giunti sul posto, Giufà e Gianni entrano nell’angolo musica, Gianni inizia a ballare mentre
Giufà guarda di qua e di là.
Siccome è come al solito distratto, ad un certo punto inciampa e cade per terra, Gianni sentendo uno strano rumore si gira ma non lo vede, si preoccupa e lo va a cercare.
Giufà si rialza e non vede più Gianni, ma poi non si preoccupa e comincia a ballare. Dimenticandosi di Gianni continua a ballare, ma ad un certo punto, senza farlo apposta, spinge lo stereo che cade e si rompe.
Giufà si gira e vede lo stereo rotto e cercando di non far notare la cosa, inizia a cantare la sua canzone preferita: “ Ticche, ticche, ticche, ta! Com’è bello passeggiare su e giù per la città, ticche, ticche, ta!”
Si avvicinano delle persone e iniziano a cantare la canzone, Giufà si meraviglia e continua a cantare sempre più forte: ” Ticche, ticche, tac!!!!”
Tutte le persone si mettono a danzare intorno a lui, intanto lui continua a cantare sempre più piano perché gli fa male la gola.
Ad un certo punto arriva Gianni e dice: “Eccoti Giufà, sono undici ore che ti cerco!” “E io sono tre ore che ti aspetto mentre ballo!!”
Mentre si avviano verso un altro angolo del giardino, Gianni dice: “Questa volta non ti perdere!”

Angolo magico
Gianni e Giufà capitano nell’angolo delle magie: in quel momento ci sono le prove dello spettacolo. Guardano come si prepara il mago. Il mago è imbranato come Giufà e quindi fa tutte le magie sbagliate. Sbaglia perfino il gioco con le carte, non gliene riesce mai una… fa sparire pure Giufà e lo catapulta in un altro angolo del giardino.

Angolo dell’orto
Giufà precipita di fronte all'angolo dell'orto.
Giufà vede un cartello dove c'è scritto: "Non danneggiare le piante " ma lui, non sa leggere. Giufà vede dei cocomeri, ma pensando che siano palloni, ci gioca e li spacca, poi vede una coda di pavone, pensando che sia insalata ne stacca una piuma, il pavone si arrabbia e lo becca in testa ma Giufà, correndo senza guardare avanti, va a finire nella pianta dei fichi d'India e gli rimane un frutto spinoso in fronte.
Giufà va a sedersi sulla panchina per togliersi le spine dei fichi d’India ma gli cade un cocco in testa ed esclama: “Oggi è proprio la mia giornata!”
In quel momento arriva Gianni che lo sgrida per i danni che ha fatto: “Ma guarda, leggi il cartello!”
Giufà risponde: “Ma io non so leggere!”

Angolo burattini
Giufà vuole visitare un angolo del giardino e Gianni un altro, Gianni dice a Giufà : “Io vado a visitare quell’angolo laggiù e tu stai fermo qua finché non torno, va bene?” E Giufà : “Mi ricorderò, mi ricorderò, mi ricorderò.” Giufà come al solito si perde e arriva nell’angolo burattini. Però in quel angolo combina un disastro: Giufà pensa che i burattini siano persone umane e quindi gli parla e gli stringe la mano. Giufà dice ai burattini: “Ma perché non parlate?!”
Poi scuote i burattini e li butta per terra. Poi si dispera perché gli ha rotto un braccio, chiede a Gianni di aggiustarlo ma neanche lui sa come si fa, alla fine chiede aiuto al Direttore del giardino e lui sa come si fa.

Angolo laghetti
Giufà e Gianni decidono di visitare l’Angolo laghetti per vedere gli animali.
Quando arrivano all’Angolo laghetti lo guardano e vedono un pesce e Giufà dice : “Come si chiama quel pesce?”
Gianni, esperto di pesci, risponde: “E’ un luccio.”
Giufà , incuriosito dal luccio, mette un dito dentro il laghetto e il luccio credendo che il dito sia un verme gli mangia il dito e cade nel laghetto e dice : “Buu…Gianni mi sono…snif…mi sono fatto male.”
Giufà vede dei signori pescare e chiede a Gianni: “Mi porti a pescare?” Giufà, però, non sapendo pescare, mette nell’amo sia vermi che pane, prende proprio un pesce più grande di lui e fa il secondo bagno in acqua.
Giufà bagnato e confuso e dice: “Cambiamo angolo!”

Angolo del Marocco
Verso l’entrata del giardino, vedono un cartello dove c’è scritto ”angolo del Marocco” , Gianni vuole visitare la moschea ma Giufà no, allora Gianni dice: ”Io vado alla moschea ma tu vai su quella macchinina li”.
Allora Giufà va sulla macchinina ma non parte, le dà un calcio, si sgancia una vite e poi parte e va agli autoscontri .
Dopo si scontra contro un albero, scende dalla macchinina e va da Gianni nella moschea ma non lo trova perché Gianni è andato dal salumiere.Allora Giufà va dal salumiere ma non lo incontra, perché Gianni va dal venditore di tè e non lo trova,
poi si sposta e va dai burattini, si mette a ridere forte, Gianni lo sente ma Giufà si sposta e va vicino alla fontanella dove finalmente si ritrovano

Angolo c’è posta per te
Usciti dal giardino del Marocco, dice Giufà: “Voglio visitare l’angolo c’è posta per te.” “OK!” dice Gianni.Ma Giufà, a un certo punto, si perde e inizia a esplorare questo angolo. Poi vede tanti fogli che sembrano lettere. Quando prova a leggerle, non ci riesce,ma si incuriosisce. In quel momento passa Francesca, che è la figlia della vicina di casa. Lei deve imbucare una letterina di compleanno, Giufà si nasconde, lei vede Giufà e lo saluta.
Lui diventa tutto rosso perché è innamorato della bella Francesca. Si fa coraggio e le chiede: “ Hai bisogno?”
“Sì, grazie Giufà!”
Lui la solleva sulle spalle per imbucare la lettera e tutte e due cadono per terra.
Francesca se ne va e incontra Gianni che le domanda se ha visto Giufà. Lei dice: “E’ dietro a quegli alberi.” I due amici si ritrovano.

Angolo serra
Giufà va a visitare l’angolo serra, vede dei limoni nella serra apre la porticina e ruba due o tre limoni. Intanto arriva il giardiniere che lo vede e Giufà, dallo spavento, cade e pesta una pianta, purtroppo è un cactus pieno di spine appuntite che si piantano nel sedere e mentre cade si tira addosso le piante di girasoli, i papaveri e i limoni che si spremono in faccia a Giufà che ha delle ferite che si stanno rimarginando. La faccia gli brucia tanto che si fa cadere la mensola addosso con tutte le piante.
Il giardiniere lo aiuta e vede che sta sanguinando quindi lo porta dal medico e paga tutto l’assicurazione.
Arriva Gianni che dà i soldi dell’assicurazione alla madre e così Giufà può andare a scuola.

Giufà scopre che il giardino interetnico che ha appena visitato è proprio vicino ad una scuola che ospita bambini provenienti da tutto il mondo; sembra una scuola molto colorata e decide di frequentarla. Quando vede Francesca uscire da quella scuola, si convince senza nessun dubbio!
La mamma di Giufà, con i soldi dell'assicurazione, compra un bello zaino e tutto il materiale scolastico, contenta del figlio che si è finalmente convinto a diventare un bravo ragazzo.
Ma la fortuna di Giufà non finisce qua: il primo giorno di scuola scopre di essere capitato proprio in classe con Francesca. Da quel giorno si incontrano sempre per fare i compiti insieme e Giufà, finalmente, impara a leggere!